ANNA PIETRAMALA: KLINEFELTER, QUALE ALIMENTAZIONE ?

FINALMENTE RIVELATA LA FORMULA MAGICA CHE, PUR SFAMANDOCI, CI TRASFORMA IN CIÒ CHE VOGLIAMO ESSERE. IN QUESTA INTERVISTA TROVIAMO ANCHE TANTI CONSIGLI ALIMENTARI, PER AUMENTARE IL TESTOSTERONE IN MODO NATURALE.

Nella sindrome di Klinefelter la terapia sostitutiva viene indicata perché NORMALIZZA i livelli di testosterone nel sangue  ma anche l’alimentazione ha un ruolo determinante per i pazienti con sindrome di Klinefelter e varianti nel prevenire e gestire la sindrome metabolica. Abbiamo deciso, quindi, di affrontare il tema dell’alimentazione come stile di vita per i pazienti con sindrome di Klinefelter con la Dottoressa Anna Pietramala, biologo nutrizionista, che ci ha fornito interessantissimi spunti di riflessione

Sono una Biologa Nutrizionista (laurea vecchio ordinamento  in Scienze Biologiche a Firenze) e laurea Specialistica  Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana a Roma presso Università di “Tor Vergata ” .Iscritta all’Ordine Nazionale Dei Biologi con il seguente numero AA-022691. Riconoscimento da parte dell’Ordine dei Biologi con iscrizione all’Albo d’Oro dei Biologi Nutrizionisti  con il seguente numero 00082. Master in ” Dietoterapia e Nutrizione Clinica ” presso l’Istituto di Alta Formazione  ( IAF) a Roma . Seguo con interesse ogni corso d’aggiornamento che riguarda la Nutrizione in toto. Attualmente svolgo la mia professione nel mio studio di Rende (CS).

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1  Ci aiuta a capire qual’è ¨il ruolo del nutrizionista? Quali settori della terapia nutrizionale medica le interessano di più e come funziona una consulenza nutrizionale? Il Biologo Nutrizionista è un professionista laureato (vecchio ordinamento o con laurea magistrale del nuovo ordinamento) che possiede l’abilitazione alla Professione di Biologo ed è iscritto quindi all’Ordine Nazionale dei Biologi. Il ruolo del BIOLOGO NUTRIZIONISTA è quello di dare all’utenza una coscienza alimentare e un supporto nutrizionale adeguato per ritrovare l’omeostasi metabolica. (conservazione delle proprie caratteristiche originarie tramite meccanismi di autoregolazione). Il Biologo Nutrizionista, quindi , è un esperto dell’alimentazione e della nutrizione: elabora diete e profili nutrizionali sia per soggetti sani che per persone in condizioni patologiche, fornisce consigli per un corretto stile di vita , favorendo  il benessere dell’individuo e migliorarne lo stato di salute. Del resto una consulenza nutrizionale, quella effettuata in uno studio specializzato, dura spesso ore (o dovrebbe): si parte da una diagnosi effettuata dal medico, si procede con delle analisi antropometriche e corporee, si procede all’analisi della composizione corporea,  si passa al racconto delle abitudini alimentari congiunto a quello della quotidianità. L’alimentazione, infatti, non può essere scissa dal quotidiano, dall’ambiente in cui si vive, dalla propria attività lavorativa e dalla zona in cui si risiede, ma soprattutto deve tener conto dei vissuti di ogni singola persona. La buona conoscenza dell’anamnesi alimentare e corporea è indispensabile  per procedere con l’elaborazione di un piano dietetico adeguato!

L’analisi bioimpedenziometrica o analisi della composizione corporea , consente di valutare lo stato nutrizionale del soggetto, inteso come l’equilibrio derivante tra l’apporto di nutrienti e le necessità dell’organismo, ed assume notevole importanza in tutte le fasi del percorso dietetico. In occasione della prima visita, la BIA, consente di valutare eventuali malnutrizioni, (sia in difetto per la componete magra che in eccesso per la componente grassa) e le alterazioni sullo stato dell’idratazione corporea. Tramite tale valutazione sarà possibile redigere un piano dietetico personalizzato e finalizzato a ristabilire un equilibrio dello stato nutrizionale. Durante la visita di controllo la misurazione della composizione corporea consente di monitorare l’andamento del percorso nutrizionale, come valutazione delle variazioni delle percentuali delle componenti corporee (massa magra, massa grassa e liquidi) rispetto alle precedenti e in linea con l’obiettivo che si vuole raggiungere.

2  Cos’è  e a cosa serve l’ analisi della composizione corporea? La valutazione della composizione corporea attraverso la BIA è un valido completamento all’antropometria e può essere eseguita anche in condizioni critiche. Serve ad avere una stima della massa magra ( acqua , muscoli ed ossa ) e della massa grassa ( tessuto adiposo ).Abbiamo perso peso? L’Analisi della Composizione corporea ci dice  cosa abbiamo perso :  muscoli o tessuto adiposo? Siamo certi che siano effettivamente chili di grasso e non liquidi corporei o massa muscolare? E’ quindi molto utile  al professionista per valutare il suo operato e l’aderenza al piano dietetico del paziente; ed è utile al paziente per aumentare la consapevolezza dei cambiamenti che stanno avvenendo durante il percorso, evitando così di focalizzarsi troppo sul peso misurato dalla bilancia. Per questo esame diagnostico non sono previste norme di preparazione.  È  comunque consigliabile non effettuarlo dopo aver mangiato o dopo aver eseguito attività fisica  giornaliera (per le persone non amanti della palestra vanno benissimo le camminate, veloci, di buon passo, di almeno 1 ora. Per esempio: mezz’ora all’andata e mezz’ora al ritorno con scarpe adatte, e vestiario traspirante)

3  Ci spiega la connessione tra testosterone e colesterolo circolante ?  Esiste una connessione tra colesterolo e testosterone nella sindrome di Klinefelter. Dopo la pubertà si manifesta l’Ipogonadismo (testicoli piccoli) , riduzione del testosterone nel sangue  per la mancata azione delle gonadotropine sulle cellule del testicolo , che producono  testosterone.La mancata sintesi di testosterone aumenta i livelli di colesterolo circolante e favorisce l’osteoporosi. Pertanto la cura principale per i pazienti con sindrome di Klinefelter,  è  il trattamento  ormonale a base di testosterone.

Inoltre anche l’alimentazione ha il suo ruolo per  mantenere i livelli di testosterone alto :

  1. Mangiare più verdure crucifere : le crucifere, ovvero broccoli, cavoli, cavolfiore, cavoletti di Bruxelles riducono l’effetto inibitorio degli estrogeni sulla produzione di testosterone. Iniziare quindi a introdurre quotidianamente nella  alimentazione queste verdure .
  2. Fare il pieno di Omega 3: il cortisolo, ormone che viene rilasciato quando il corpo è sotto stress o infiammato, inibisce la produzione di testosterone. Assumere più Omega 3 aiuta a tenere sotto controllo lo stress e quindi la produzione del cortisolo, a beneficio del testosterone. Fonte di Omega 3 è il pesce azzurro come sardine e acciughe, il salmone, lo sgombro e le noci.
  3. Assumere più zinco per aumentare il testosterone: lo zinco è un minerale essenziale, cioè non è sintetizzato dal nostro corpo, ma è necessario per l’attività metabolica di 300 enzimi oltre che per regolare la produzione delle cellule T o linfociti (sistema immunitario) e del testosterone. Per non andare in carenza di zinco, integrare la dieta con molluschi, granchi, aragoste, ostriche, manzo, cozze, semi di zucca, spinaci e anacardi.
  4. Ridurre l’assunzione di alcool: l’alcool contenuto in vino, birra e superalcolici inibisce la produzione di testosterone. Inoltre, influenzando negativamente la funzionalità del fegato, dove il testosterone viene trasformato in estrogeni, l’alcool altera l’equilibrio tra estrogeni e testosterone. Ridurre quindi l’assunzione di alcool a mezzo bicchiere di vino rosso al giorno e una birra durante il weekend.
  5. La vitamina D è un ottimo integratore di testosterone: la vitamina D ha un effetto protettivo sul testosterone, ne limita la conversione in estrogeno. Per farne il pieno stare  all’aria aperta, esporsi al sole ed eventualmente assumere un integratore alimentare a base di vitamina D.
  6. Mangiare  cibi ricchi di selenio: il selenio è un minerale essenziale per la fertilità maschile e svolge un ruolo vitale nella produzione del testosterone. Spesso è carente nelle nostre diete, quindi cercare  di mangiare più fegato, patate, molluschi e noci per fornire al corpo la quantità adeguata.
  7. Mantenere alto il colesterolo buono: il colesterolo buono, HDL, aiuta la sintesi del testosterone. E livelli alti di colesterolo buono non sono dannosi, anzi. Quindi, se non si ha  grossi problemi di colesterolo cattivo alto (LDL), assumere  senza problemi uova, pollo, olio di oliva e fagioli.
  8. La vitamina K2 è un ottimo integratore di testosterone: insieme alla vitamina D, la K2 stimola la produzione di testosterone. Assumere un integratore alimentare per aumentare facilmente i livelli con una soluzione naturale.
  9. Non fare diete troppo restrittive: una dieta a basso contenuto di carboidrati può rallentare di molto la produzione di testosterone. Lo stesso discorso vale per le diete povere di grassi, necessari per produrre ormoni. Inoltre, il grasso è una sostanza necessaria per trasportare e assorbire le vitamine liposolubili A, D, E e K, due delle quali (D e K) essenziali per mantenere alti i livelli di testosterone.

4.  Quali e quanti sono, in generale, i problemi medici legati alla nutrizione associati ai bambini sotto i 5 anni con sindrome di Klinefelter e varianti? La sindrome di Klinefelter è determinata dalla presenza di un cromosoma X in più nel patrimonio genetico di una persona  di sesso maschile. È la più comune causa di ipogonadismo, condizione clinica in cui viene prodotta una quantità insufficiente di testosterone . Bassi livelli di testosterone non sono salubri. Uomini con bassi livelli di testosterone sono ad alto rischio per patologie coronariche (CHD), infarti ed angina. Quando uomini ipogonadici (con bassi livelli di testosterone) vengono trattati con lo steroide sessuale maschile si riscontrano cambiamenti positivi associati ad un minor rischio di CHD.

Ovviamente tutto ciò deve prevedere un corretto stile di vita,  quindi  riduzione dell’obesità viscerale e resistenza all’insulina e miglioramento del profilo lipidico .Un follow up clinico e laboratoristico deve iniziare prima dell’inizio della pubertà, monitorando l’accrescimento (annualmente), maturazione ossea (all’inizio della pubertà), mineralometria ossea (1 volta in fase peri-puberale ed eventualmente al termine della pubertà).

Quindi da ciò si evince , come l’alimentazione corretta in questi bambini  sia molto importante e deve affiancare necessariamente sia il follow-up clinico che quello laboratoristico e quello psicologico. Quindi educare il bambino ad una corretta alimentazione deve essere compito importante dei genitori con un figlio con la suddetta sindrome. Ecco perché è importante affidarsi ad uno specialista della nutrizione , che avrà il compito di  guidare sia i piccoli che i genitori.

5.  Volendo usare la nutrizione come metodo di prevenzione e di conservazione della salute nel bambino cosa consiglierebbe di fare ai genitori? Come educare i più piccoli ad una corretta alimentazione? Consiglio d’introdurre nell’alimentazione del bambino più frutta e verdura, consumare carboidrati provenienti da cereali integrali e legumi. Evitare le farine bianche, mangiare più grassi sani, come gli acidi grassi insaturi che fanno bene al cuore e che si trovano nella frutta secca, nell’olio extravergine di oliva. Bilanciare anche il pesce ricco di omega 3 e le uova rispetto alla carne (soprattutto quella rossa e gli insaccati). Moderare il consumo di latticini ,  ridurre  le porzioni , leggere con attenzione le etichette per verificare i vari nutrienti ed aggiunte , evitare  l’accumulo di grassi dovuto all’eccesso di zucchero, di sale, di grassi trans (sono un ingrediente di alcuni alimenti di origine anumale come ad esempio hamburger, formaggi stagionati, interiora, burro ecc.) ed evitare zuccheri semplici (zuccheri da cucina) che non apportano alcun nutriente. Inoltre consiglio di affiancare alla dieta bilanciata , l’attività fisica giornaliera (vedi sopra: camminata veloce di almeno 1 ora al giorno). Consiglio di far perdere peso , qualora il bambino sia in sovrappeso o obeso, facendo attenzione a riequilibrare massa grassa e massa magra , in modo da perdere peso in maniera intelligente.

6.  Cosa bisogna controllare per prevenire il rischio metabolico legato all’alimentazione? Bisogna che i genitori tengano sotto controllo:

  1. Il peso corporeo del bambino ;
  2. Il Colesterolo ed i Trigliceridi :
  3. La pressione arteriosa :
  4.  La  glicemia

In poche parole bisogna evitare che si insaturi la cosiddetta “Sindrome Metabolica”

7.  Quando e come consiglierebbe di assumere integratori nelle varie fasce di età  per prevenire e gestire le comorbidità  associate alla sindrome (metaboliche, cardiovascolari, ossee, neoplastiche, autoimmuni)? Nel  ragazzo adolescente con la sindrome  di Klinefelter , il  dosaggio della vitamina D  in genere risulta basso ,quindi  il medico consiglia di assumerla  come integratore .La vitamina D è importante per fare assorbire il calcio e prevenire  così  l’osteoporosi in età adulta. La prevalenza dell’osteopenia o dell’osteoporosi in pazienti con Sindrome di Klinefelter è di circa il 40% e risulta significativamente superiore alla popolazione generale. Numerosi studi dimostrano come l’ipogonadismo si associ frequentemente a questa alterazione del metabolismo osseo (Horowitz et al, 1984). A conclusione di queste brevi note, è opportuno sottolineare che una precoce identificazione della patologia e l’utilizzo di una corretta terapia alimentare  e tempestiva terapia  farmacologica, possono permettere a questi pazienti una buona qualità di vita prevenendo molte delle disfunzioni correlate alla patologia cromosomica di base. Io personalmente  seguo  da un po’ di anni un ragazzo con la suddetta sindrome , con esperienza molto soddisfacente e positiva !

8.  Già  durante l’infanzia è frequente osservare del grasso addominale nel bambino, bisogna intervenire e in che modo? Il grasso addominale è un accumulo adiposo che si concentra sotto i muscoli dell’addome: per questo è chiamato anche grasso viscerale. È difficile da smaltire e può rappresentare un serio  pericolo per la salute . È infatti una tipologia di grasso particolare, perché rilascia adipocitochine, molecole che influenzano:

  • l’appetito,
  • il rilascio d’insulina
  • il metabolismo lipidico.

Si può contrastare la formazione e la persistenza da adulto del grasso viscerale tipico dei soggetti co sindrome di Klinefelter,con una corretta alimentazione ed attività fisica costante.

9.  In conclusione concorda che in questi casi ci sia la necessità  di una gestione longitudinale del paziente a cadenza regolare durante tutto il suo percorso di vita? Sicuramente esiste la necessità per questi pazienti di una gestione costante a cadenze stabilite, lungo l’arco della vita. a cadenza regolare per tutta la vita . La presa in carico di più specialisti, dal cardiologo all’andrologo , dal laboratoristico al radiologo ecc.. diventa indispensabile. I controlli a cadenza regolare ( almeno una volta nell’arco di un anno ) vanno dagli esami del sangue alla visita cardiologica ecc...

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.Intervista gentilmente rilasciata dalla Dott.ssa Anna Pietramala – Biologa Nutrizionista al Gruppo SVITATI 47.

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