ATTIVITÀ  PER  NEONATI

Siamo nati… ed ora? : attività possibili sin dalle prime settimane di vita.
Abbiamo aspettato a lungo questo momento, dopo 9 mesi di attesa, tra cui le ultime infinite settimane: finalmente nasce un bambino, e insieme a lui nascono anche una mamma ed un papà…
La degenza ospedaliera sembra essere un terno al lotto, per alcune donne resta simile ad una vacanza in cui rilassarsi dopo l’enorme fatica del parto, per altre somiglia più ad un teatro tragico di cui non si aspetta che vederne la fine. Il nostro stato umorale, le nostre sensazioni fisiche ed il personale ospedaliero sono le variabili principali che condiscono l’esperienza della degenza ospedaliera.
Una sola cosa è certa: in pochi giorni finisce e si torna a casa!
Ed ora?
Le prime settimane post-partum sono una grande incognita per tutti i genitori, anche per chi si trova alla seconda o terza gravidanza: ogni neonato è a sé e questo non ce lo nasconde nessuno. I primi giorni il bambino sembra essere solitamente più sonnolente, i suoi ritmi sembrano lenti, è necessario prendere confidenza con tutte le pratiche genitoriali principali, come nutrimento, cambio pannolino, addormentamento,e secondarie, come organizzazione degli spazi, l’uscita di casa e, purtroppo, la temuta gestione delle visite di parenti ed amici.

Su questo ultimo aspetto, cari papà ora voi per mamma e bimbo avete la stessa funzione e ruolo che la mamma ha avuto per vostro figlio per questi 9 mesi: siete la loro protezione ed il loro scudo per tutte quelle tensioni esterne inutili e faticose; quindi, occupatevi voi della gestione delle visite, evitate quelle non strettamente necessarie… siate coraggiosi e diplomatici! Fatelo per il bene supremo della vostra famiglia, per l’equilibrio, ora precario più che mai.
Adesso tutti voi siete una squadra ed avete bisogno di tempo per conoscervi e trovare insieme quella sintonia propria dei compagni di viaggio… e di partita.
La routine con un neonato può essere difficile da trovare nei primi periodi.
A causa dell’immaturità fisiologica delle connessioni neurali, i suoi orari sono piuttosto variabili i primi tempi e questo può disorientare i neogenitori.
Tuttavia, stringete i denti, nel corso di qualche giorno/settimana riuscirete a trovare le strategie giuste per raggiungere gli obiettivi basilari e puntare ad un equilibrio (seppur spesso precario) che vi consenta di rendervi conto che ve la state cavando alla grande!
Uno degli aspetti che nelle prime settimane interroga i genitori è “quali attività posso svolgere con un neonato?”.
Infatti, dopo il primo mese di vita, alcuni bimbi iniziano ad allungare le fasi di veglia, tuttavia la loro scarsa tolleranza agli stimoli e la tonicità muscolare in fase di sviluppo scoraggiano i genitori ad approcciare ad attività ludiche e motorie.
Questo articolo vuole dare qualche idea e spunto di riflessione affinché la quotidianità con un neonato possa essere scandita diversamente ed i momenti di veglia possano essere visti soprattutto come un’opportunità e non solo come momenti finalizzati alla nuova fase di addormentamento.

Inoltre, per genitori con bambini con sindrome Klinefelter e altre anomalie genetiche, dedicarsi ad attività in cui sia genitore che bambino si sentano coinvolti è fondamentale per:

  • curare e costruire una sana relazione genitore-figlio;
  • osservare il proprio bambino in campi diversi aiuta i genitori ad andare oltre la condizione genetica, conoscendolo nella sua individualità e competenze;
  • esponendo il proprio bambino a più esperienze e più campi di azione gli consente di sperimentare, nutrire le proprie inclinazioni personali, dando più possibilità di potersi esprimere e spiccare in un campo più che un altro, aumentando la propria autostima e autoefficacia percepita;
  • stimolando la mente del bambino con stimoli adeguati alla sua maturità cognitiva e motoria, consente di implementare la sua intelligenza spingendo il cervello a creare molte sinapsi (connessioni tra neuroni e cellule).

X

FUORI CASA!
Una delle attività che più consigliamo durante i percorsi di accompagnamento alla nascita è uscire.
Sebbene le zie e le nonne tendano a iper-proteggere mamma e bimbo ed a scoraggiarli dal varcare la soglia di casa, uscire all’aria aperta aiuta entrambi.
Le quattro mura della propria casa possono dare ad alcune puerpere una sensazione di protezione e serenità, per altre invece diventano faticose da gestire soprattutto se sono sensibili al senso disordine, aspetto che spesso descrive una casa che accoglie una neo-famiglia.
Il sole, l’aria ed il verde sono terapeutici per chiunque si senta sopraffatto o mentalmente stanco; anche il neonato ne beneficia, spesso i bimbi si addormentano all’aria aperta, soprattutto se i bisogni primari (fame e pulizia) sono soddisfatti, e restano sereni per il tempo della passeggiata.
Questo non solo rigenera e ricarica le energie di mamma e papà, ma ne implementano le competenze genitoriali e la propria autostima nel ruolo di genitore.
Inoltre, il sole aiuta la regolazione della melatonina, ormone importante per il sonno dei bimbi ma che nei primi mesi di vita è fisiologicamente ai livelli minimi.
Se l’uscita di casa può sembrare un’impresa titanica a causa dell’ingombro di passeggino, ovetto, navetta e borsoni vari, un valido aiuto può essere il pratico uso di fasce e marsupi, che, debitamente utilizzati, possono agevolare l’uscita di casa, rendendolo un momento più agile e meno stressante (per approfondire – https://www.grupposvitati47.com/babywearing-si-grazie/)

A SUON DI MUSICA!
Altra attività poco considerata è la musica.
Cantare e ballare aiutano tantissimo a scaricare lo stress che l’impegno genitoriale ed il pianto di un neonato possono arrecare al genitore.
Quando lo stress cavalca e ci si sente sopraffatti da emozioni spiacevoli ma non ci è possibile prendersi un momento per sé lontani dal nostro bimbo, cantare e/o ballare sono attività che ci consentono di riprendere le normali funzioni respiratorie, di abbassare i ritmi del battito cardiaco e ritrovare un equilibrio che ci consenta di rientrare nel ruolo genitoriale in un umore più centrato e carico, pronto a rispondere alle esigenze, spesso continue, del neonato.
Che tipo di musica?
Alcuni studi riportano che la musica classica sembra avere caratteristiche ideali per lo sviluppo psico-cognitivo di un neonato; anche per gli adulti è stato accertato che tra le opere di musica classica quelle di Mozart sono le più utili alla concentrazione.
E se non si amasse la musica classica?
Se l’obiettivo è quello di scaricare lo stress, utilizzate le canzoni che più vi piacciono, facendo giusto attenzione al volume dell’audio per evitare stimoli eccessivi per il vostro bimbo.
Nel caso in cui vogliate ballare con il vostro bambino, occhio al ritmo e tenete con estrema sicurezza il vostro bambino, testa compresa! In questo, i supporti per babywearing aiutano tantissimo!

LEGGIAMO INSIEME
Leggere?!
Ad un bimbo di poche settimane?
! Esatto mamma e papà!!
Leggere è un’attività che consigliamo sin dalle prime settimane di gravidanza!
Alcuni studi hanno dimostrato che i neonati piangono in modo diverso da un Paese ad un altro: l’acquisizione del linguaggio inizia tanto prima quanto ci impegniamo in frasi e suoni dedicati al nostro bimbo.
Il mercato offre una vasta scelta di testi dedicati a tutte le età, tuttavia a volte è possibile disorientarsi. Nel prossimo articolo approfondiremo questa attività, a cui peraltro tengo tantissimo, nel mentre consiglio vivamente di cercare se nella vostra zona esistano delle biblioteche: spesso organizzano letture ed attività annesse dove è possibile trascorrere un tempo di qualità in compagnia di genitori con le vostre stesse esigenze.
Questa attività può risultare ancora più utile se avete un figlio maggiore a cui dedicarvi: non c’è niente di più nutriente (seppur estremamente faticoso, lo so!
Ma ce la potete fare!) che trovare luoghi e tempi in cui riuscire a dedicarvi contemporaneamente a più figli e farli sentire inclusi nelle attività quotidiane.

MASSAGGIO – UN MESSAGGIO D’AMORE
Ne abbiamo già parlato qui – https://www.grupposvitati47.com/il-tocco-consapevole-uno-strumentoper-amare/ tuttavia colgo l’occasione per rinnovare il massaggio tra le attività utili nel quotidiano.
Molto spesso i nostri piccoli hanno difficoltà di autoregolazione, una competenza che matura negli anni e che consente la gestione dello stress e degli stimoli stressogeni.
Come capisco se il mio bimbo è stressato? Il più delle volte piange… già!
Non esiste solo pianto da fame,da sonno e da dolore ma esiste anche il pianto da stress, quello che spesso si scambia per coliche gassose serali, altro non è che un pianto necessario al nostro bambino ad abbassare i livelli di stress accumulato durante le ore precedenti.
Stress di cosa?
Diamo per scontato che un semplice cambio pannolino ripetuto, che il citofono che suona o la zia che ci prenda in braccio siano “nulla di che”, eppure per un neonato, soprattutto se di temperamento meno tollerante e più sensibile, queste possono essere esperienze e stimoli difficili da gestire.
Il massaggio ed il babywearing risultano strumenti principi nella gestione dello stress, in entrambi i casi, infatti, consentono al neonato di ristabilire i propri livelli di serenità “scaricando” attraverso il contatto lo stress in eccesso nella sicura e nutriente cornice della relazione con mamma e/o papà.
Non dimentichiamo che questi elencati nell’articolo possono essere mezzi utili anche a noi adulti, se vissuti non come un dovere ma come il piacere di condividere del tempo con il mio bambino.
E se non amo passare del tempo con il mio bambino?
Sono un cattivo genitore?
Cadiamo spesso nel giudizio, piuttosto rigido e severo, verso noi stessi, tuttavia potrebbe essere utile prendersi del tempo per sé e perché no, capire se può esserci un disagio alla base di un sentire come questo e se può esistere un modo per godere del tempo con il proprio bambino…

IL TUMMY TIME
In italiano è letteralmente “il tempo sul pancino”. È un esercizio di fondamentale importanza utile a tutti i bambini, soprattutto a bimbi ipotonici, per i quali si consiglia di valutarne la fattibilità con il proprio peditra, osteopata, neuropsicomotricista o altre figure di riferimento.
Questi esercizi prevedono lo stare in posizione prona (a pancia in giù) del bambino per tempi sempre più lunghi, ovviamente in uno stato di veglia (mentre quando i bimbi dormono come da raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità devono stare supini).
Spesso i genitori si scoraggiano perché i bimbi non vogliono starci.
Effettivamente per loro è una posizione molto faticosa, la loro testa è molto pesante e non riescono ancora a controllarla e tirarla sù.
In uno dei prossimi articoli approfondiremo questo aspetto quotidiano, per il momento mi basta che arrivi il messaggio che è davvero molto importante investire tempo al “tummy time”: si aiuta tantissimo lo sviluppo dei muscoli cervicali, utili al controllo del capo, dorsali, utili al controllo del busto per raggiungere la posizione seduta, e degli arti, necessari ad afferrarare e a sostenere il peso degli oggetti e del corpo del bambino nel gattonamento, ma ancor prima gli consente di spingersi nel rotolamento.
Un consiglio: trovate delle strategie per mantenere il contatto visivo con il caregiver (colui che si occupa del bambino) durante l’esercizio del “tummy time”, aiuterete il vostro bambino ad allungare il tempo nella posizione prona con più facilità e con meno stress.

Per il resto, ricordiamoci sempre che se il genitore è sereno, anche il bambino lo è!

Per maggiori chiarimenti, dubbi o consigli mi trovate al 340 692 5592 oppure all’indirizzo e-mail: dimodugnonoemi@gmail.com

Condividi:

Ultimi Articoli