PSICOMOTRICITÀ E SINDROME DI KLINEFELTER: LA RELAZIONE TRA CORPO E CAPACITÀ INTELLETTIVE

A volte notiamo l’effetto di periodi critici durante lo sviluppo dei nostri figli. L’esistenza di periodi critici è evidente, per noi genitori, osservando come vengono acquisite, dai bimbi, larga parte delle capacità.
Un esempio classico è il linguaggio. Spesso si pensa che i disturbi del linguaggio e i disturbi dell’apprendimento non si manifestino in condizione di sviluppo normale.

Quando tutte le altre aree valutate rientrano nella norma rischiamo di sottovalutare un piccolo ritardo del linguaggio: non siamo consapevoli che sarebbe opportuno fare una valutazione neuropsichiatrica infantile per poi proseguire con una valutazione psicomotoria.

Occorre sapere quanto sia efficace, per la prevenzione, un’adeguata valutazione multidisciplinare che riconosca l’importanza di geni e ambiente nello sviluppo dei disturbi mentali e nei disturbi del neurosviluppo e che comprenda la figura della psicomotricista.

La valutazione e la progettazione di un percorso che aiuti i bambini durante il loro processo di crescita, permette loro di riconoscere ed utilizzare al meglio le risorse per risolvere i problemi perché lo sviluppo motorio, cognitivo e del linguaggio, a differenza di come erano descritti e studiati fino ad alcuni anni fa, sono strettamente collegati.

Comprendere i problemi e le ripercussioni che potrebbe avere ora e in futuro rappresenta un aspetto fondamentale al fine di essere consapevoli.
La consapevolezza è fondamentale per la buona riuscita del trattamento.
La consapevolezza si acquisisce grazie ad una corretta informazione: è difficile, per noi, immaginare in cosa consista la psicomotricità e le differenze tra i vari tipi di trattamento ed è difficile spiegarlo.
Ci proviamo grazie al supporto della dottoressa Rodica Dramu che si presenta così:

“… sono una professionista qualificata in Psicomotricità, ma prima di tutto sono mamma di una ragazzina meravigliosa. Mi occupo della presa in carico preventivo – educativa e abilitativa in equipe multidisciplinare, dai bambini all’anziano, concentrandomi sulla crescita affettiva – emozionale – relazionale, mantenendo un equilibrio psico – fisico armonioso riscoprendo il potenziale e la loro libertà di esprimersi.
Mi sono dedicata alla professione di psicomotricità attraverso un lungo e intenso percorso. La mia grande passione per la danza classica e l’interesse per il linguaggio corporeo, il movimento libero, mi ha portato a studiare sempre di più la parte psicologica, motoria e culturale.
Queste esperienze mi hanno portato a lavorare in varie città nazionali e internazionali. Con l’arrivo di mia figlia, nel suo percorso di vita, abbiamo affrontato e superato alcuni disturbi psicomotori di cui all’epoca non capivo niente e per i quali nessuno sapeva darmi una spiegazione coerente.
Adesso va tutto bene, ma allora ero solo una mamma che non sapeva cosa fare e come comportarsi. Ed è in quel momento che ho deciso di rimettermi in gioco, dare un senso a tutto e cominciare ad aiutare, nel mio piccolo, coloro che si trovano nella mia stessa condizione. Ho iniziato a studiare specializzandomi in Psicomotricità presso C.I.S.E.R.P.P. (Centro Italiano Studi E Ricerche In Psicologia E Psicomotricità) di Verona.
Lavoro come Psicomotricista dal 2016 e nel 2019 ho frequentato un master presso Galton Psicologia e Neuroscienze. Nel 2001 ho acquisito una abilitazione per l’insegnamento presso Università Campus.
Nonostante ciò la mia formazione continua ed è in continua evoluzione, facendo ricerche, approfondendo i minimi dettagli per avere una visione a 360 °. Collaboro con i genitori e parenti, insegnanti, educatori, medici, pediatri, neurologi, neuropsichiatri infantili, psichiatri, geriatri, fisiatri, ginecologi, biologi, chirurghi, dentisti, operatori della riabilitazione, psicologi, pedagogisti, sociologi e assistenti sociali”.

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1. Cosa si intende per psicomotricità ?
La psicomotricità è una scienza fondata su tutte le discipline che concorrono alla conoscenza della persona. È una disciplina nata in Francia, verso la fine dell’800, che considera l’uomo nella sua globalità psico – corporeo strutturale e funzionale.
Integra psiche e lo studio dell’uomo in tutte le sue componenti attraverso una lettura multidisciplinare del corpo, in particolare della motricità: motricità intesa, allo stesso tempo, come intelligenza affettiva e linguaggio all’interno di una relazione significativa in tutto l’arco della vita umana, in particolare nei primi anni dello sviluppo.

2. Quanto è importante il movimento nella crescita psicofisica del bambino ?
Il movimento è importante in quanto si pone come obiettivo l’azione, intesa come sintesi equilibrata fra il progetto desiderato e pensato e le richieste provenienti dal mondo esterno, cose e persone. Il movimento può essere analizzato sotto vari punti di vista:

1) senso motorio (riflessi, automatismi, ecc..); riflesso di suzione, fonazione, prensione, riflesso palmare.
2) coordinazione falsa (funzionale al soggetto) o vera (legata alla realtà esterna); la coordinazione intesa come interiorizzazione, espressione da un movimento grossolano passando piano piano a movimenti con una coordinazione più fine, armonica veloce….
3) pensiero (azione mentale); il bimbo attraverso il movimento esprime le sue emozioni e sviluppa la sua vita affettiva;
4) linguaggio; il bimbo attraverso il movimento, utilizza un linguaggio non verbale, dove i gesti, le smorfie i pianti, esprimono un desiderio e hanno una comunicazione.
5) emozioni; e ciò che il bimbo sperimenta attraverso la mamma sia in gravidanza, sia dopo la nascita.

Proseguendo con la prassia, in tutto si esprime nella REALIZZAZIONE IN QUANTO SOGGETTO BIO – PSICOLOGICO – SOCIALE legato alla realtà relazionale e di comunicazione, conscia e inconscia. Tale realizzazione, sottesa dalla vita affettiva, è un continuo passaggio dall’azione alla rappresentazione e viceversa = ATTO PSICOMOTORIO.

3. La psicomotricità per i bambini: a cosa serve e quando ne hanno bisogno ?
La psicomotricità serve fin dai primi mesi di vita. Nell’ambito preventivo educativo è importante adottare interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l’insorgenza e lo sviluppo di una problematica o di un evento sfavorevole. Intervenendo su individui nella norma e sani, potremmo ridurre i fattori di rischio da cui potrebbe derivare un aumento dell’incidenza di una determinata patologia educando così il livello di comportamento emotivo psicosociale con la promozione del benessere e lo sviluppo armonioso della persona.

4. Qual è la specificità della figura professionale dello Psicomotricista per l’età evolutiva ?
Lo psicomotricista è un professionista del linguaggio corporeo, che considera l’uomo nella sua globalità, mente – corpo, aiutando la persona a raggiungere un equilibrio psico – fisico, favorendo lo sviluppo psico – corporeo della persona in età evolutiva ed il mantenimento dell’equilibrio psico – fisico della persona anziana.
Quindi il suo compito specifico e peculiare è di contribuire alla strutturazione della “semantica” non fondandosi sulla parola, ma sul corpo (come mediatore) a livello analogico della comunicazione. Il mediatore può essere anche un oggetto, come una palla, un pezzo di stoffa, un bastone, dove vado a lavorare utilizzando il corpo e non la parola. Pensiamo ad un un ragazzo che non parla, o non vede, o non sente, o tutto insieme:
“Come comunicare? Attraverso il corpo, come?”
Mettendo come mediatore il tuo corpo per fargli capire ciò che comunichi o viceversa.

5. Per quanto tempo e con quale frequenza il bambino ha bisogno della psicomotricità ?
È sempre consigliato far frequentare al bambino un’attività psicomotoria. Poi in base alle esigenze o alle difficoltà riscontrate lo psicomotricista e l’utente modelleranno l’attività.

6. Quanti e quali tipi di psicomotricità esistono ?
Esiste la “Psicomotricità” cioè un’unica grande disciplina che può essere effettuata con diverse modalità, finalità e setting di lavoro con l’unico scopo finale di far raggiungere all’utente il miglior grado di benessere psico – fisico armonioso, basato sulla libera espressione corporea con specifiche consegne.

7. Quali sono le aree della psicomotricità ?
Vi è mai capitato di entrare all’interno della sala di psicomotricità?
Il setting è l’ambiente in cui lo psicomotricista svolge la propria attività: si tratta di uno spazio accogliente e luminoso organizzato in modo tale da poter consentire all’utente che vi entra la libera espressione e manifestazione dei propri bisogni e la propria richiesta di aiuto, elementi che verranno colti dallo psicomotricista per strutturare uno specifico e mirato progetto di intervento.
Possiamo dire che il setting per lo psicomotricista è il nucleo dove questa chiara definizione non lascia niente al caso ma è stato studiato e strutturato sulla base delle esigenze metodologiche osservative e di intervento.
Le caratteristiche e le modalità d’approccio influiscono sulla espressività e sul significato del comportamento e di conseguenza sulla valutazione in quanto si risponde ad una situazione.
Le zone del setting entro cui sono disposti con ordine gli oggetti sono essenzialmente cinque:

A) Area tonico – emozionale -in questa area troviamo oggetti caldi e morbidi è uno spazio dove la persona si può sentire rassicurata, accolta, avvolta, in cui può sperimentare il rilassamento, esprimere il bisogno di regredire in una situazione non giudicante e protetta.
B) Area senso – motoria consente la sperimentazione delle prime manifestazioni non in ottica prestazionale mantenendo una visione di sperimentazione.
C) Area simbolica – Ha una forte valenza emotivo- psicologica. Sperimenta emozioni diverse in un micromondo preparandosi alle emozioni che si possono avere quotidianamente. E’ la realtà trasformata, un doppio lavoro mentale esempio: sa usare gli oggetti dando altri significati? Sa far finta di …?
D) Area di realtà: comprende lo spazio delle attività globali e lo spazio delle attività fini

Il primo spazio è quello dedicato alla sperimentazione delle proprie competenze psicomotorie globali, vissute con tutto il corpo e prova di una maturazione cognitiva, emotiva, relazionale e motoria. Controllo del proprio corpo e controllo delle emozioni.
Il secondo spazio è dedicato ad attività complesse di motricità fini e cognitive: prassie digitali (infilare sfilare oggetti di piccole dimensioni) attività grafo motorio con diversi tipi di supporti.

8. Quale rapporto intercorre tra mente ed espressione corporea ?
Per capire meglio questo rapporto dobbiamo sapere come avviene lo sviluppo umano cioè psicomotorio che comprende tutte le continue trasformazioni che avvengono dal concepimento alla nascita e dalla nascita alla morte. In questo periodo compaiono processi evolutivi e maturativi gerarchizzati sia a livello biologico che psichico e sociale. Quindi senza movimento non c’è sviluppo, né sentimento, né pensiero. Il corpo sta alla base dello sviluppo del pensiero, dell’affettività, della comunicazione e delle relazioni interpersonali, esprimendo tutta la realtà del soggetto cosciente e inconscio. La mente dipende dal corpo.

9. Quale prepazione dovrebbe avere lo psicomotricista ?
In Italia esiste una molteplicità di figure professionali affini alla Psicomotricità. Al fine di tutelare la famiglia e il bambino nella scelta del professionista più adeguato, è bene sapere che il professionista deve aver conseguito una scuola triennale di psicomotricità di oltre 2400 ore di formazione come da direttive Europee, e oltre 3500 ore di tirocinio nell’ambito preventivo – educativo, educativo diretto e clinico diretto. In seguito, la formazione continua con corsi di specializzazione, master nazionali e internazionali; il riconoscimento della professione è tutelato dalle Associazioni Professionali Nazionali.


10. Ci sono fasce d’età specifiche per intervenire con la psicomotricità ?
La psicomotricità è utile a ogni individuo per tutte le fasce d’età, dalla donna in gravidanza all’anziano. E’utile sia a chi è in buon equilibrio con sé stesso, agendo in ottica preventiva o educativa, sia a chi è in situazione di carenza, regressione o addirittura assenza delle competenze richieste agendo quindi nell’ottica di abilitazione o potenziamento delle sue capacità. Il vissuto della persona ha un ruolo importante nella vita ponendosi come:

 Base dello sviluppo dell’identità;
 Espressione della vita emozionale;
 Fondamento dei processi cognitivi;
 Organizzazione della motricità funzionale e relazionale.

11. Come si struttura un intervento di psicomotricità ?
L’intervento dello psicomotricista verte su componenti emotivo – relazionali e comunicative fortemente connesse alla propria disponibilità empatica nei confronti dell’altro, è basato su una rigorosa metodologia professionale, che si avvale di molteplici strumenti. Nella prima fase si cerca di instaurare una relazione di fiducia e di individuare quell’area comune nella quale poter agire.Il processo per riconoscere la libertà d’iniziativa ed espressione della persona prevede:

 Colloquio con i genitori e il bambino;
 Osservare e raccogliere dati anamnestici con un bilancio psicomotorio iniziale.
 Valutazione – Progettare un percorso psicomotorio.
 Presa in carico psicomotorio.
 Verifica in itinere.
 Relazione.

12. Come uno psicomotricista può aiutare i bambini con disabilità ?
Lo scopo della Psicomotricista è quello di permettere l’attualizzazione delle possibilità del bambino/ adulto senza trattare il sintomo in quanto tale, ma inserendolo in un intervento più globale affinché il bambino/ adulto possa avvicinarsi alla conoscenza articolata e reale delle cose, di sé e del mondo con tutto il suo essere nella sua originalità più vera.

13. Quali disabilità si possono trattare ?
Posso rispondere che non c’è una disabilità dove la psicomotricità non può adoperarsi. Perché il soggetto per principio è l’unità mente – corpo. Tuttavia, va tenuto presente che tanto le funzioni motorie quanto quelle psichiche hanno come denominatore comune il corpo.

14. In generale quali servizi offre il servizio pubblico ?
In questo caso il servizio pubblico offre uno spazio di informazione, consulenza, prevenzione, sostegno, presa in carico, per favorire l’attivazione e lo sviluppo delle risorse necessarie per affrontare in modo più adeguato e più efficace momenti di criticità e disagio che potrebbero compromettere la motivazione allo studio, le relazioni sociali e familiari, l’affettività, la sessualità, l’identità.

15. Cosa dovrebbe migliorare ?
Dal mio punto di vista dovrebbe migliorare molto l’informazione su cosa è veramente la psicomotricità, divulgare la professione in quanto è molto importante su tanti aspetti. Dovrebbero ridurre i tempi di attesa per la presa in carico. L’aggiornamento dei professionisti dovrebbe essere costante e avere professionalità limpide e coerenti.

16. Giochi ed esercizi di psicomotricità: quali sono ?
Il gioco prepara alla vita adulta mediante capacità innate.
Gli esercizi danno la possibilità di lavorare su:

• Motricità globale –dissociazione, coordinazione globale fine, equilibrio statico e dinamico(agilità forza, resistenza). Es. il gioco del tamburo, lanciare afferrare la palla, equilibristi al circo, ecc.…
• Motricità Fine- Destrezza e finezza del gesto – es infilare le perline, temperare…ecc.
• Lateralità – lateralizzazione – es il guardiano del birillo, le marionette
• Lo schema corporeo – es Le sagome
• Immagine corporea – come mi vedo, come mi immagino, – es lo specchio
• Nozioni del tempo e spazio – adattamento, orientamento
• RITMO, – piano, lento e veloce,
E tanti altri ancora

17. Quanche libro che consiglierebbe ai genitori ?

IL CORPO IN GIOCO – Gilberto Gobbi

PSICOMOTRICITÀ E GRAFISMO – Franco Boscaini

PSICOMOTRICITÀ – Silvia Catafesta

PSICOMOTRICITÀ – Carlo Ruso

18. Quali sono le sue prstazioni? In che disturbi psicomotori interviene di solito ?
Le mie prestazioni sono:

• Consulenza e valutazioni psicomotoria
• Presa in carico psicomotoria individuale e piccoli gruppi
• Esami psicomotori e test specifici psicomotori e grafo motori
• Relazione psicomotoria scritta
• Supervisione psicomotoria individuale e di gruppo
• Colloquio / Consulenza professionale, riunione di equipe
• Conferenze, incontri, seminari
• Progetti di formazione/ informazione
• Rapporto occasionale di consulenza psicomotoria con strutture pubbliche e privateivate.

intervengo nei vari disturbi psicomotori che evidenziano prevalentemente una difficoltà di relazione e di comunicazione che si manifestano attraverso:

  • stato tensionale, insonnia, enuresi, encopresi;
  • disordine dello schema motorio, della lateralità e spazio-temporale;
  • impaccio motorio, disprassia;
  • inibizione e instabilità psicomotoria;
  • disgrafia, disortografia, dislessia, discalculia;
  • tic, balbuzie;
  • deficit sensoriali;
  • ritardi del linguaggio e della comunicazione;
  • deficit di attenzione e iperattività;
  • disturbi del comportamento;
  • disturbi specifici di apprendimento;
  • disturbi dello spettro autistico;
  • difficoltà legate al processo di autonomia e di personalità;
  • disarmonie toniche;
  • rilassamento psicomotorio – psicosomatico.

19. In quale regione/provincia esercita la sua attività professionale e quali sono i suoi riferimenti di contatto ?
Esercito la mia professione nella regione Lombardia nelle provincie di Bergamo e Brescia e nella provincia di Verona in Veneto.
Quando il tipo di terapia lo permette anche tramite collegamento on-line.

Per chi desiderasse contattarmi questo è il mio indirizzo di posta elettronica:
studiordpsicomotricita@gmail.com


Intervista gentilmente rilasciata dalla Psicomotricista Dott.ssa Rodica Dramu al Gruppo SVITATI 47

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